Il 2022 della birra in Italia: quali sono i numeri e le sfide del settore?
assobirra.it - Come ogni anno, l'Annual Report di AssoBirra offre un'accurata fotografia della situazione attuale del comparto birraio italiano. I consumi interni di birra aumentano del 6%.
Le principali evidenze e i più rilevanti punti di discussione individuati dall'Annual Report 2022 realizzato da AssoBirra, l’Associazione più rappresentativa del comparto birrario italiano, sono i seguenti:
- I consumi interni di birra hanno registrato un aumento del 6%;
- La produzione nazionale è cresciuta del 3,3%;
- La birra importata in Italia dai Paesi esteri subisce una crescita del 10%, raggiungendo i 7,8 milioni di ettolitri;
- Per tutelare la categoria, AssoBirra porta avanti con impegno il lavoro al fianco delle istituzioni per ridurre in maniera progressiva e strutturale la pressione fiscale.
Andiamo ad analizzarli più nel dettaglio nei paragrafi successivi.
BIRRA IN CIFRE - I numeri del report
Secondo i dati raccolti da Assobirra, nel 2022 la produzione di birra ha raggiunto i 18,4 milioni di ettolitri, superando il 2021 con circa un milione di ettolitri in più. In crescita risultano anche i consumi, i quali raggiungono i 22,3 milioni di ettolitri, ma soprattutto il fuori casa, che ora ricopre il 35,8% dei consumi nazionali, tornando a livelli pre-covid.
Per quanto riguarda l'export, la quota si attesta a 3,8 milioni di ettolitri, di poco sotto rispetto al record del 2019, con consumi in crescita prevalentemente in: Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Paesi Bassi e Albania. Tuttavia, a crescere sono anche le importazioni che arrivano a 7,8 milioni di ettolitri.
LE SFIDE DEL COMPARTO - L'impegno sul versante fiscale
Considerando la situazione attuale, dove le marginalità sono sotto pressione lungo tutta la filiera brassicola, risulta urgente prendere decisioni dal punto di vista fiscale. L'intero comparto birraio italiano ha bisogno di tornare a dedicare risorse economiche per poter generare ricchezza per il Paese, essendo un settore che crea un valore condiviso di 9,4 miliardi di euro.
Difatti, il Presidente di AssoBirra Alfredo Pratolongo afferma che: "L’intervento dovrebbe essere prioritario, tanto più in un contesto di mercato in cui la filiera si trova già a fare i conti con il peso dei rincari di materie prime e dei costi energetici. Inoltre, se non verranno stabilizzate le riduzioni per i piccoli birrifici sotto i 60.000 ettolitri, molte aziende entreranno in difficoltà".
Aggiunge inoltre: "L’attuale Governo ha iniziato la sua attività con delle sfide importanti per il nostro settore: dalla proposta di etichettatura degli alcolici del Governo irlandese al rischio di innalzamento delle accise sulla birra”.
Infatti, attualmente un'altra minaccia è rappresentata dalla risoluzione approvata all’inizio del 2023 dall’Unione Europea che ha permesso all'Irlanda di adottare etichette allarmistiche su vino, birra e liquori. L’applicazione del cosiddetto "warning label", oltre che ingiustamente penalizzante, rappresenterebbe un provvedimento incoerente rispetto ad uno stile di vita e una cultura alimentare improntate alla moderazione, che negli ultimi decenni si sono tradotti in una fortissima riduzione dei consumi di alcol, posizionando l’Italia come il Paese con il minor consumo pro capite in Europa.
SOSTENIBILITÀ - La necessità di un cambio di prospettiva
Il tema della transizione ecologica sostenibile non interessa solamente il settore alimentare, ma anche tutto il comparto birraio italiano. Tuttavia, con sostenibilità si fa riferimento a quella economica, ambientale e pure a quella sociale. Con soddisfazione, AssoBirra mette in evidenza come tutti questi aspetti siano in progresso all'interno del settore: infatti, la categoria si impegna ogni giorno sia per il raggiungimento della neutralità carbonica, che in materia di diversità, equità e inclusione.