Nel 2024 il mondo della birra ha vissuto una nuova fase di cambiamento. Secondo il BarthHaas Report 2024/25, la produzione globale si è fermata a 1,875 miliardi di ettolitri, registrando un calo dello 0,3% rispetto all’anno precedente. In parallelo, anche il mercato del luppolo si è contratto, ma con importanti evoluzioni qualitative.
Meno luppolo coltivato, ma più efficiente
La superficie mondiale destinata al luppolo è scesa a 55.715 ettari (-7,7%), mentre la produzione totale si è ridotta del 4%. Tuttavia, la resa per ettaro è aumentata e il contenuto medio di acido alfa – responsabile dell’amaro in birra – è salito dal 10% al 10,5%. Questo ha portato a una produzione di 11.912 tonnellate di acido alfa, con un +1% su base annua.
Il consumo cambia: salgono le birre low e no alcol
Una delle cause principali di questa trasformazione è il cambiamento delle abitudini di consumo. Crescono le birre low e no alcol, si riduce l’uso di luppolo per ettolitro ("hopping rate") e si torna a stili più leggeri e tradizionali, come le lager a bassa fermentazione. Anche il segmento craft si adatta, puntando su efficienza ed equilibrio aromatico.
Germania e USA dominano il mercato dell’amaro
Nel 2024 Germania e Stati Uniti hanno rappresentato insieme l’84% della produzione globale di acido alfa. La Germania è tornata prima per superficie coltivata e per volumi totali, trainata da varietà da amaro come Herkules e Hallertau Magnum. Gli USA, al contrario, hanno ridotto drasticamente gli ettari (-18%) e registrato un calo del 16% nei volumi.
Un mercato in surplus: servono nuove strategie
Nonostante la contrazione della produzione, il mercato resta in surplus. Il hopping rate in calo, le birre meno luppolate e la sovraccapacità contrattuale hanno creato uno squilibrio strutturale. Il surplus di acido alfa stimato per il 2025 supera le 1.100 tonnellate. La sostenibilità economica è ora la sfida principale per produttori e trasformatori.