Nel 2024 i primi 40 produttori mondiali di birra hanno generato un totale di 1,638 miliardi di ettolitri, segnando un lieve calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Lo riporta BarthHaas, che ha pubblicato l’aggiornamento annuale della classifica globale basata sui volumi totali prodotti.
Al primo posto, come da tradizione, si conferma AB InBev con 495,5 milioni di ettolitri, seguita da Heineken a quota 240,7 milioni e dalla cinese China Resources Snow Breweries, con 108,8 milioni di ettolitri.
Un mercato concentrato nelle mani di pochi giganti
Il gruppo AB InBev, grazie a marchi come Budweiser, Corona e Stella Artois, si aggiudica da solo oltre il 30% della produzione globale. Heineken, che continua ad espandersi nei mercati asiatici e latinoamericani, consolida la sua posizione di secondo player mondiale. Al terzo posto, China Resources rappresenta il principale produttore del mercato cinese, uno dei più vasti e dinamici a livello globale.
Nella top 10 si trovano anche Carlsberg, Molson Coors, Tsingtao e Asahi, confermando il forte peso dell’Asia nel panorama birrario. La giapponese Asahi (6ª) e la sudcoreana HiteJinro (9ª) consolidano l’importanza crescente della regione, sia in termini di produzione che di innovazione industriale.
Il ritorno della Russia e la stabilità europea
Una delle novità più rilevanti è il ritorno del birrificio russo Baltika (parte del gruppo Carlsberg fino alla nazionalizzazione) tra i primi 12 posti della classifica. Questo rientro evidenzia come anche le dinamiche geopolitiche possano influenzare il mercato della birra, soprattutto in Paesi con forte produzione domestica.
Sul fronte europeo, il mercato resta guidato da colossi come Heineken e Carlsberg, ma non mancano segnali di crescita anche per realtà più piccole che si affacciano con successo a livello regionale o specializzate in nicchie come il craft e le birre analcoliche.
Consolidamento e nuove strategie
Il 2025 conferma un trend già visibile negli ultimi anni: consolidamento dei grandi gruppi e diversificazione delle linee di prodotto. Le grandi multinazionali stanno investendo sempre di più in birre premium, artigianali o a bassa gradazione, per rispondere alle mutate esigenze dei consumatori.
Allo stesso tempo, l’attenzione all’innovazione tecnologica, alla sostenibilità e alla digitalizzazione della distribuzione sono elementi chiave per rimanere competitivi in un mercato sempre più frammentato e globale.
I principali trend da monitorare
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Crescita del segmento low e no-alcol, che sta ridefinendo l’offerta di prodotto anche nei grandi gruppi.
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Espansione nei mercati emergenti, in particolare Africa e Sud-est asiatico, dove il consumo di birra è in crescita.
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Consolidamento delle fusioni e acquisizioni, con i big player sempre più attivi nel controllo di nuovi marchi e distributori.
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Innovazione nella filiera, dalla produzione all’imbottigliamento fino alla logistica sostenibile.
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